Come nei romanzi gialli, se compare una pistola prima o poi sparerà, così nella fotografia, se compare uno smartphone prima o poi scatterà…. un SELFIE ovviamente!
Ammettiamolo, chiunque abbia uno smartphone e un profilo social si è scattato, almeno una volta, un selfie.
L’altra sera sono andata al cinema a vedere “In guerra per amore”, l’ultimo film di Pif. In questa pellicola ci mostra come il patto segreto tra l’esercito americano e i capi mafiosi legati a Lucky Luciano durante lo sbarco alleato in Sicilia (Seconda Guerra Mondiale), abbia finito per spingere l’isola nelle mani della mafia. Anche qui, come nel suo primo film “La mafia uccide solo d’estate”, una piccola vicenda umana e un’ossessione d’amore, servono a raccontare in maniera ironica, ma chiara, una storia più grande.
Ma perchè vi parlo di questo film: cosa c’entra con i selfie? Il film contiene un universo simbolico, piccoli e sottili riferimenti a mode, fatti e personaggi, che lo rendono ancora più gustoso. Uno di questi è un “selfie ante-litteram”. L’ossessione d’amore, che ho prima citato, è quella di Arturo, il protagonista (siciliano trapiantato in America), per Flora, la nipote del proprietario del ristorante dove lavora. Per “fermare” il loro amore Arturo sceglie di scattarsi una foto con Flora con il Ponte di Brooklyn per sfondo. Ma non ha voglia di chiedere a qualcuno, quindi decide di scattarsela da solo, come dice lui: “è più romantica”. Il suo selfie non sarà dei migliori: sfocato e loro tagliati per metà, ma questa fotografia diventerà un tormentone per tutto il film. Una citazione molto divertente, che può far nascere qualche curiosità. Ad esempio: Chi ha inventato veramente il Selfie?
Le cronache ci dicono che il primo selfie, o diciamolo in un “italiano vintage”, autoscatto, sia stato realizzato nell’anno 1839 e il merito sarebbe dello statunitense Robert Cornelius, considerato uno dei padri della fotografia internazionale. Lo sviluppo dell’arte fotografica risale appunto intorno alla prima metà dell’Ottocento, possiamo però fare un passo indietro, infatti forme di autoscatto/autoritratto le possiamo ritrovare nella pittura: selfie a pennelli, altro che filtri di Instagram! Pensiamo ai famosissimi autoritratti di Vincent van Gogh, Rembrandt, Frida Kahlo, Edvard Munch e molti altri. Sono le prime forme di auto-ripresa, un modo come un altro per dire: ci sono anche io!
Ma torniamo alla fotografia. Abbiamo detto Robert Cornelius 1839. Secondo alcuni ci furono anche vari tentativi ad opera di Hippolyte Bayard che risalirebbero a qualche mese prima, ma bisogna dire che è stato proprio Cornelius il primo a essere in grado di controllare adeguatamente il tempo di esposizione per rendere possibile un autoritratto. Di lì a 60 anni l’autoscatto sarà moda. Ma chi fu la prima persona a cui venne in mente di fotografarsi tenendo in mano la macchina? Pare sia stata la granduchessa russa Anastasia Nikolaevna, figlia dell’ultimo Zar Nicola II. Nel 1913 ebbe l’idea di girare la sua Kodak Brownie, dalla quale raramente si separava. Si posizionava davanti allo specchio, in svariate pose e ambientazioni e poi scattava.
E il primo selfie di gruppo? Siamo nel dicembre 1920 a New York, sul tetto del Marceau Studio, di fronte alla Cattedrale di San Patrizio. In posa, cinque uomini davanti a una macchina fotografica. Notiamo immediatamente che l’oggetto, oltre a risalire all’età della pietra, è troppo pesante per essere tenuto con una sola mano come facciamo oggi, il fotografo Joseph Byron quindi si puntella appoggiandosi al suo amico sulla sinistra mentre un collega dello studio fotografico nel quale lavorava, Ben Falk, lo aiuta a tenere la macchina fotografica con la mano destra. Nel mezzo, Pirie MacDonald, il colonnello Marceau e Pop Core. La comparsa della Polaroid negli Anni 50 ha fatto il resto.
Ad oggi moltissime sono le celebrità di tutti gli ambiti e campi a essersi fatti un selfie: Stanley Kubrik, Oriana Fallaci, Andy Warhol. Negli anni Sessanta poi è stato il turno dei Beatles e di John Lennon che, nel bel mezzo di un concerto al Shea Stadium di New York, si girò con le spalle al pubblico tenendo in mano la macchina fotografica e scattò una foto con la folla urlante. Che dire: un vero antesignano anche nelle tecniche di comunicazione. Ma moltissime sono anche le foto di Paul Mccartney e Ringo Starr allo specchio con in mano la macchina fotografica.
Tutto questo ci fa capire che i selfie non siano solo una mania tra i più giovani ma anche tra gli uomini di ogni età e ceto sociale, dalle star di Hollywood ai “potenti” del mondo, pensiamo a quelli di Barack Obama, ad esempio l’ultimo super famoso è quello con Bebe Vio alla Casa Bianca, uno scatto che ha addirittura infranto il protocollo.
Mentre il titolo di “selfie da record” va dato a quello scattato da Bradley Cooper durante la notte degli Oscar 2014 e comprendente star del cinema mondiale quali: Brad Pitt, Angelina Jolie, Meryl Streep, Julia Roberts, Jennifer Lawrence e Kevin Spacey. La foto è stata ritwittata oltre 2 milioni di volte, facendo il giro del mondo.
Ultimo mito da sfatare: se qualcuno pensa che l’orrida invenzione del bastone da selfie sia una delle tante follie del nostro presente si sbaglia: l’idea l’ha avuta il giapponese Hiroshi Ueda nell’ormai “lontano” 1980. Il selfie stick è stato pensato per le fotocamere compatte analogiche e dal momento che a quei tempi non c’erano i display l’oggetto era fornito di uno specchio per potersi vedere prima di scattare.
Per concludere, ammetto, io non ho una pistola come nei romanzi gialli, ma ho uno smartphone e giusto un paio di macchine fotografiche… di slefie ne sono sparati anche io: insomma anche io avrò diritto di essere fotografata! 😉
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